Sulla parola Shiatsu in giapponese

In giapponese le parole possono essere composte da uno o più ideogrammi. Ai verbi e agli aggettivi si applicano dei suffissi, composti da lettere alfabetiche, chiamate Hiragana. L’ Hiragana è una delle due varianti alfabetiche della lingua giapponese, e può essere usato anche al posto degli ideogrammi, o per particelle o suffissi vari.
La seconda variante alfabetica, il Katakana, è quasi esclusivamente utilizzato per la trascrizione fonetica di parole di origine straniera. Gli ideogrammi hanno diverse pronunce: di solito di due tipi principali: KUN e ON. La pronuncia KUN è quella che fa riferimento alla fonetica autoctona giapponese. I giapponesi, infatti, anticamente non possedevano una propria scrittura e si sono serviti degli ideogrammi cinesi (Kanji, cioè “caratteri cinesi” come vengono chiamati da loro) per rappresentare graficamente la loro lingua parlata. La pronuncia KUN fa riferimento a questa fonetica. La pronuncia ON, invece, è un adattamento di come vengono pronunciati quegli stessi ideogrammi in cinese. Un ideogramma può essere associato a fonemi distinti: può arrivare ad avere, infatti, anche sei pronunce diverse in totale, a seconda del contesto in cui si trova. Alcune sono molto comuni, altre molto rare.
La parola Shiatsu è composta da due ideogrammi:

1) 指SHI, pronunciabile in altri contesti come YUBI (dito), o radice del verbo SASU (indicare, puntare, inserire, mettere dentro, versare dentro etc.): nel contesto dello SHIATSU, ha il valore di “dito, dita”.
2) 圧ATSU: pronunciabile in altri contesti come EN, radice del verbo ASSURU, ovvero premere, opprimere, dominare; oppure radice del verbo HESU, premere o OSU, comprimere, sigillare, premere.

Il significato reso da questi due termini, quindi, è filologicamente chiaro: Lo SHIATSU è una “pressione”, esercitata attraverso le “dita”.

Gli ideogrammi cinesi, o kanji, sono invece delle singole forme di scrittura. La loro origine si perde nella notte dei tempi. Una volta, secoli prima di Cristo, erano vere e proprie figure, rappresentazioni di idee (da cui il termine “ideogrammi”). Con il passare del tempo, si sono sempre più stilizzati e la loro origine di “idea” si è andata sempre di più affievolendo. Sono relativamente pochi gli ideogrammi che conservano una chiara origine ideografica. Nella lingua moderna, sia giapponese che cinese, gli ideogrammi sono composti di due parti principali: una è il cosiddetto “radicale” che di solito dà il senso alla parola (o per meglio dire l’area semantica a cui appartiene), l’altro è una parte aggiuntiva, il resto dell’ideogramma, che può contribuire alla resa semantica o spesso a quella fonetica della parola stessa. E’ attraverso i radicali (nella tradizione della lingua giapponese sono 214) che gli ideogrammi sono classificati nei dizionari.
La parola SHIATSU è quindi, come abbiamo visto, composta da due ideogrammi:

1) SHI (指 ) , “dita”, è composto da due parti principali, la prima è TE, SHI 手 (in questo caso, oltre a dare il senso all’ideogramma, le dà la pronuncia), che significa “mano”, la seconda è composta da due ideogrammi, sopra SAJI 匕, cioè cucchiaio, sotto HI, NICHI 日, il sole, il giorno. Forse tutto l’ideogramma sta ad indicare, concettualmente, quella parte della mano che tiene il cucchiaio e che indica il sole, cioè il dito.

2) ATSU (圧), “pressione”, è anch’esso composto da due parti principali: la parte in basso, che rappresenta il radicale, TSUCHI 土, significa “terra”, la seconda parte, quella in alto e che racchiude quella in basso, cioè GANDARE o ICHIDARE 厂 significa “scogliera scoscesa” o anche “ichi scosceso”, dove “ichi” sta per “uno”. Sopra la scogliera e sotto la terra: è l’immagine della pressione.

Diverse considerazioni sono possibili sulla base della configurazione di questo ideogramma. Innanzitutto la pressione della scogliera avviene per tramite del suo stesso peso: non si tratta di un gesto volontaristico, è la stessa natura della scogliera a premere sulla terra. Nello stesso modo, il terapista Shiatsu non agisce sul paziente attraverso il suo apparato muscolare, piuttosto si “appoggia” naturalmente, e la pressione viene esercitata per tramite del suo Hara. In secondo luogo, la posizione dei due componenti dell’ideogramma riflette quella che è la configurazione di operatore-paziente durante un trattamento: l’operatore è sopra, il paziente sotto. In terzo luogo la pressione esercitata dalla roccia sulla terra è costante, così come quella esercitata dall’operatore sul paziente.